La collana "Un capolavoro per Milano", curata dal Museo, raccoglie attualmente 8 monografie relative ad altrettante esposizioni organizzate dal Museo. L'idea è di portare nel capoluogo lombardo ogni anno un'opera diversa, che rimane esposta per un periodo di due-tre mesi. Questo per permettere ai milanesi di conoscere opere famosissime ma custodite in altri luoghi, in Italia o all'estero. L'iniziativa ha avuto un grande successo, e prosegue tutt'ora.

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× Nomi Museo diocesano <Milano>
× Paese Italia
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× Data 2008
× Nomi Antonello : da Messina <ca. 1430-1479>

Trovati 3 documenti.

Domenico Beccafumi: Annunciazione
Libri Moderni

Domenico Beccafumi: Annunciazione / a cura di Paolo Biscottini

Milano : Museo diocesano, 2003

Un capolavoro per Milano ; 2003

Fa parte di: Un capolavoro per Milano / [a cura del Museo diocesano di Milano]

Abstract: Tra le viuzze medioevali del paese di Sarteano, non lontano da Chiusi, si nasconde un vero e proprio gioiello della pittura italiana: una grande tavola di Domenico Beccafumi, il principale caposcuola del Manierismo senese. L’opera è databile, grazie ad una supplica autografa del pittore, che tentava di ottenere il saldo del pagamento della stessa, al 1546, ed era in origine destinata all’antica chiesa di Sarteano, Santa Maria della Vittoria. L’Annunciazione è una delle ultime opere di questo straordinario maestro, la cui pennellata è caratterizzata da inaspettati bagliori "sulfurei". In questa fase egli mostra una esplicita ripresa di modelli michelangioleschi, che vengono però reinterpretati a vantaggio di una stesura rapida e di effetti di luminosità quasi iridescente. L’opera si contraddistingue per la sua grande intensità espressiva, accentuata, oltre che dalle dolci pose delle figure della Vergine e dell’angelo, anche dal contrasto tra la luce crepuscolare che abbraccia l’interno della casa della Madonna e gli effetti quasi rifrangenti della simbolica ed abbagliante luce divina che illumina i volti dei due protagonisti. Di grande raffinatezza è infine il paesaggio lacustre che si apre sullo sfondo, che evoca scorci della campagna toscana. Beccafumi da una parte riprende con forza i modelli michelangioleschi da lui appresi nei suoi soggiorni romani, dall’altra introduce delle raffinatezze luministiche e delle "stravaganze" espressive. Se gli artisti manieristi fiorentini appaiono spesso attratti dal macabro e da tematiche spesso molto crude, la maniera senese si caratterizza invece per modi più dolci e raffinati. In questo senso, l’Annunciazione di Sarteano è realmente un capolavoro "sconosciuto" al grande pubblico.

Caravaggio: Cattura di Cristo
Libri Moderni

Caravaggio: Cattura di Cristo / a cura di Paolo Biscottini

Milano : Museo diocesano, 2004

Un capolavoro per Milano ; 2004

Fa parte di: Un capolavoro per Milano / [a cura del Museo diocesano di Milano]

Abstract: Nel corso del suo soggiorno romano, Caravaggio fu ospitato per un paio d’anni, a partire dal 1601, nel palazzo del cardinal Gerolamo Mattei, Protettore d’Irlanda e dell’ordine degli Osservanti Francescani. Fu uno dei due fratelli del cardinale, Ciriaco, a commissionare all’artista alcune opere: la Cena in Emmaus oggi alla National Gallery di Londra, il San Giovanni Battista dei Musei Capitolini e la Cattura di Cristo oggi alla National Gallery of Ireland. Per quest’ultima, abbiamo i documenti di pagamento, datati 2 gennaio 1603, ma non sappiamo a quando risale la commissione stessa. Sino al 1700 il dipinto in questione risulta nella collezione Mattei, sebbene gli inventari lo citino con un’attribuzione a Gherardo delle Notti. L’opera venne poi acquistata, nel 1802, da sir William Hamilton, che la portò nella sua residenza in Scozia, dove rimase sino al 1921, anno in cui gli eredi misero all’asta le opere d’arte della sua collezione. Vi furono poi diversi passaggi di proprietà, sino a che, all’inizio degli anni ’30, Marie Lea Wilson, pediatra di Dublino donò il dipinto, nel frattempo entrato in suo possesso, ai gesuiti della chiesa di Sant’Ignazio nella capitale irlandese. Solo nel 1990 Sergio Benedetti si accorse che in realtà l’opera dei gesuiti di Dublino era certamente un autografo, oltretutto di qualità straordinaria, del Caravaggio, la stessa commissionata dal Mattei e citata dalle fonti seicentesche, sino a quel momento nota alla critica solo tramite numerose copie e derivazioni.

Andrea  Mantegna
Libri Moderni

Andrea Mantegna : Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino / a cura di Paolo Biscottini ; [con testi di Mauro Lucco, Eugenia Bianchi, Luigi Crivelli]

Milano : Museo diocesano, 2006

Un capolavoro per Milano ; 2006

Fa parte di: Un capolavoro per Milano / [a cura del Museo diocesano di Milano]

Abstract: La Sacra Famiglia con Sant’Elisabetta e San Giovannino è una tempera su tela di 62,9 x 51,3 centimetri. L’opera è stata attribuita con certezza a Mantegna nel 1986-87 in occasione della sua comparsa sul mercato antiquario. E’ uno dei più significativi esempi della pittura di carattere devozionale, alla quale l’artista si dedicò negli anni della maturità, sperimentando nell’arte figurativa italiana la rappresentazione scenica a mezza figura con più personaggi. All’inizio del Novecento il dipinto faceva parte di una collezione privata di Marsiglia, probabilmente acquistato nel mercato antiquario italiano. Il 21 giugno 1986 l’opera è stata acquistata ad un’asta di Sotheby’s a Montecarlo. L’anno successivo è entrata al Kimbell Art Museum.